
Un “albergo invisibile” e un borgo che diventa accoglienza. L’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi celebra il suo ventesimo anniversario e il presidente Giancarlo Dall’Ara ha condiviso con l’ANSA le novità e i progetti che verranno presentati durante il convegno che si svolgerà a Matera il 24 marzo 2025.
Le novità dell’associazione
Giancarlo Dall’Ara ha illustrato le due principali innovazioni per quest’anno. La prima riguarda la diffusione del modello di ospitalità italiano all’estero, mentre la seconda è rappresentata dall’incremento delle strutture di alberghi diffusi, che attualmente ammontano a 300 in tre continenti diversi. “È motivo di grande orgoglio vedere come il nostro know-how venga apprezzato e adottato in vari Paesi”, ha affermato Dall’Ara. Il presidente ha specificato che il modello è stato introdotto per la prima volta in Svizzera, per poi espandersi in Giappone e Ruanda, portando l’idea di ospitalità in nove nazioni tra Europa, Asia e Africa. “Se fossimo una catena alberghiera, saremmo la più grande al mondo”, ha aggiunto con soddisfazione. Un aspetto interessante è che le strutture che hanno adottato il modello hanno mantenuto il termine “albergo diffuso” anche nelle lingue locali, come dimostrato dai caratteri giapponesi accanto alla dicitura italiana.
Un settore in crescita
Il report annuale dell’associazione evidenzia dati positivi, con un aumento delle strutture e delle attività. Circa il 60% degli alberghi diffusi dispone di un ristorante interno, contribuendo così alla creazione di posti di lavoro. Ogni struttura impiega tra cinque e sei lavoratori fissi, con un incremento durante l’alta stagione. Questo modello ha avuto un impatto favorevole sia sull’economia locale che sull’ambiente. La maggior parte degli alberghi, il 90%, rimane aperta per oltre dieci mesi all’anno e adotta pratiche di bioedilizia, utilizzando materiali di recupero e componenti naturali per gli arredi.
In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità, l’80% delle strutture implementa strumenti di comunicazione interna per sensibilizzare i propri ospiti sul risparmio energetico. I dati del 2024 mostrano che le presenze di turisti stranieri hanno superato leggermente quelle degli italiani, con la Germania che si conferma come il mercato principale, seguita dagli Stati Uniti.
Un modello sostenibile
Giancarlo Dall’Ara ha sottolineato il carattere sostenibile del modello di albergo diffuso, che recupera borghi abbandonati e case disabitate, evitando nuove costruzioni e promuovendo un’economia circolare. Questo approccio ha ispirato anche altre forme di ospitalità e cultura, come biblioteche e musei, sebbene questi ultimi non offrano i servizi alberghieri tipici.
Fondata nel 2005 a Rimini e formalizzata nel 2006, l’Associazione ha contribuito a un nuovo approccio allo sviluppo sostenibile dei borghi e alla loro rigenerazione. Dall’Ara ha spiegato che l’idea è emersa nel 1976, in seguito al terremoto in Friuli, quando molti paesi si ritrovarono spopolati. Anni dopo, come consulente alberghiero, ha avviato un progetto per ripopolare i borghi. Inizialmente composto da dodici membri, il gruppo ha cercato di creare una rete tra le regioni e stabilire norme di sicurezza pubblica. La prima associazione è stata fondata nel 1998 in Sardegna, che, insieme al Molise, ha investito maggiormente in questo settore.
Affrontare l’overtourism
L’Associazione Alberghi Diffusi si è anche occupata del problema dell’overtourism, proponendo di valorizzare luoghi meno sfruttati e meno conosciuti, spostando il turismo verso i piccoli borghi e le aree meno battute. Dall’Ara ha affermato che un aumento del numero di alberghi diffusi potrebbe contribuire a risolvere la questione della disponibilità di appartamenti per i residenti nelle città, alleviando così il problema delle abitazioni destinate ai turisti.