TERREMOTO A CATANIA – 23 e 24 dicembre 2021

ULTIM’ORA – 23 e 24 dicembre 2021 (Articolo in continuo aggiornamento)

23 dicembre 2021, ore 23:00

Diverse scosse di terremoto si sono susseguite in queste ultime ore a Catania, con epicentro nella zona di Motta Sant’Anastasia, in prov. di Catania, e sono state avvertite anche a Siracusa e Ragusa.
L’ultima scossa registrata, alle ore 22:33 del 23 dicembre, di magnitudo ML 4.7, è stata la più forte; leggermente più deboli le precedenti.

Secondo i dati raccolti dai sismografi Ingv si è trattato di più scosse ravvicinate: 6 nel giro di soli 30 min.

La scossa principale, di magnitudo 4.3, è avvenuta a 11 km di profondità alle 22:33, mentre la  precedente di 3.3, avvenuta alle 21:38, è avvenuta ad una profondità di soli 8 km, e per questo motivo, nonostante la magnitudo non alta, la scossa ha avuto un particolare risentimento sismico tra la popolazione.
Questa scossa (quella delle 21.38) è stata preceduta da un’altra di magnitudo 2.9, verificatasi alle 21:36, e seguita da due terremoti di magnitudo 2.4, alle 21:40, e 1.6 alle 21:43.

L’epicentro della scossa più forte, quella delle 22.33, è stato individuato nella Piana di Catania a 6 km a sud ovest da Motta Sant’Ananastasia (Catania) e a una profondità di 20 km. A renderlo noto è il Dipartimento regionale della Protezione civile.

Link al sito dell’INGV: ⤵️
http://cnt.rm.ingv.it/?fbclid=IwAR2klaM7ef7O9BvhsWGrfcmECrI55s2AI94x1I9VpWGbGbThDRSedySbNjI

La Sala Situazione Italia del dipartimento della Protezione Civile è in contatto con le strutture locali del Servizio, dopo l’evento sismico che è stato “avvertito dalla popolazione”, ma dalle “verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia- sottolinea una nota – non risultano danni a persone o cose”. La Protezione Civile regionale ha già fatto una ricognizione telefonica di tutti i sindaci del comprensorio di Motta Santa Anastasia e al momento non si registrano danni a cose o persone. Nessuna segnalazione risulta pervenuta ai vigili del fuoco.

Aggiornamento ore 10:30 del 24 dicembre: continua lo sciame sismico…

Terremoto di magnitudo ML 3.1 del 24-12-2021 ore 07:14:44 (Italia) in zona: 7 km SW Motta Sant’Anastasia (CT) 

Aggiornamento ore 12:00 del 24 dicembre

Un’altra scossa di terremoto, di magnitudo ML 3.6, è stata registrata alle ore 10:19, con epicentro a 1 km da Milo (CT)

Ore 23:00 – Aggiornamento della sequenza sismica in provincia di Catania, dicembre 2021

Fonte: ⤵️
https://ingvterremoti.com/2021/12/24/aggiornamento-della-sequenza-sismica-in-provincia-di-catania-dicembre-2021/

Dalla serata di ieri, 23 dicembre 2021, la Rete Sismica Nazionale ha registrato una una sequenza sismica localizzata a sud-ovest della città di Catania. Sono stati una cinquantina i terremoti registrati fino alle 15:00 di oggi (24 dicembre 2021). L’evento di magnitudo maggiore, Ml 4.3 (Mw 4.3), si è verificato alle 22:33 del 23 dicembreed è stato avvertito in larga parte della Sicilia Orientale, in particolare nelle province di Catania e Siracusa.

Altri eventi sono stati avvertiti dalla popolazione, in particolare quello delle 21:38 di magnitudo Ml 3.3 e quello di questa mattina alle ore 07:14 di magnitudo Ml 3.1. Altri 16 terremoti hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9.

La sequenza di terremoti iniziata nella tarda serata del 23 dicembre si localizza poco più a sud del margine meridionale dell’Etna, in una zona che vede la presenza di diversi elementi importanti dal punto di vista geologico e tettonico: l’Etna, uno dei vulcani più attivi dell’area mediterranea, la catena montuosa siciliana, chiamata “Appennino-Magrebide”, e a sud, l’Altopiano Ibleo. Quest’ultimo è un “promontorio” caratterizzato da una porzione crostale continentale spessa 25-30 km, limitato ad est dalla Scarpata Ibleo-Maltese, un confine tettonico regionale che separa la zona continentale dal bacino ionico di tipo oceanico.

La geologia di quest’area è condizionata dalla lunga storia di convergenza, ancora attiva, tra le placche Africana ed Europea, che ha portato alla progressiva deformazione e flessione della parte più settentrionale dell’Altopiano Ibleo sotto il fronte più avanzato del sistema di pieghe e faglie della catena Appennino-Magrebide.

Storicamente, la Sicilia sud-orientale è stata interessata dal verificarsi di numerosi terremoti distruttivi (es. nel 1169, 1542 e 1693), che fanno di questa regione una delle aree a più alta pericolosità sismica in Italia. Anche se questi forti eventi sismici sono ben descritti nei rapporti storici, l’esatta posizione delle faglie che li hanno generati è ancora dibattuta, poiché non sono stati trovati effetti geologici inequivocabili in superficie.

Più recentemente, in un’area prossima alla Piana di Catania, epicentro degli eventi attuali, vanno segnalati un terrremoto accaduto nel 1959 di magnitudo 5.1 ed una piccola sequenza di terremoti registrata nel 2007 con magnitudo massima pari a 3.2.

La sequenza dei terremoti iniziata il 23 dicembre, localizzata a circa 10 chilometri di profondità, è ascrivibile ad una delle numerose faglie che caratterizzano proprio la zona in cui l’Altopiano Ibleo si incunea sotto la catena siciliana. Il meccanismo che descrive il terremoto più forte della sequenza indica una sorgente causata da sforzi compressivi diretti secondo la direzione delle spinte tettoniche regionali.

Per maggiori approfondimenti:

Scarfì L., E. Giampiccolo, C. Musumeci, D. Patanè, and H. Zhang, 2007. New insights on 3D crustal structure in Southeastern Sicily (Italy) and tectonic implications from an adaptive mesh seismic tomography. Phys. Earth. Planet. Int., 161, 74-85, doi:10.1016/j.pepi.2007.01.007.

Musumeci C., Scarfì L., Palano M., Patanè D., 2014. Foreland segmentation along an active convergent margin: New constraints in southeastern Sicily (Italy) from seismic and geodetic observations. Tectonophysics, http://dx.doi.org/10.1016/j.tecto.2014.05.017.

Cultrera F., Barreca G., Scarfì L., Monaco C., 2015. Fault reactivation by stress pattern reorganization in the Hyblean Foreland domain of SE Sicily (Italy) and seismotectonic implications, Tectonophysics, doi: 10.1016/j.tecto.2015.08.043.

A cura di Luciano Scarfì  (INGV -Osservatorio Etneo) e Maurizio Pignone (INGV – Osservatorio Nazionale Terremoti)

 

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