Fabio Capello ha recentemente espresso le sue opinioni su Pep Guardiola, un rapporto che ha avuto origine ai tempi della sua esperienza sulla panchina della Roma. In un’intervista rilasciata a El Mundo, l’ex allenatore di club di prestigio come Milan, Juventus e Roma ha ricordato un episodio significativo: “Un giorno venne a spiegarmi come avrei dovuto svolgere il mio lavoro e io gli risposi: ‘vai a correre, ne parliamo più tardi’. Il fatto è che lui camminava in campo e non potevo certo schierarlo quando c’erano giocatori che meritavano di più. Fine del dibattito.”
Capello non si è tirato indietro nel valutare il lavoro di Guardiola come tecnico, affermando: “Non ho alcun problema a dire che ha fatto cose meravigliose, quella col Barcellona è stata la terza rivoluzione nel calcio dopo l’Ajax di Cruijff e il Milan di Sacchi.” Tuttavia, ha aggiunto una critica alla sua personalità, definendola “arroganza”. Secondo Capello, questa caratteristica si è manifestata sia durante il suo periodo al Manchester City che al Bayern Monaco, dove Guardiola avrebbe apportato cambiamenti strategici nelle partite cruciali, cercando di affermare il suo predominio: “vinco io, non i giocatori”.
Capello ha proseguito la sua analisi, sottolineando che, sebbene non fosse direttamente responsabile, Guardiola ha influito negativamente sul calcio moderno: “Ha causato danni enormi al calcio perché tutti hanno passato dieci anni a cercare di imitarlo. Questa idea di gioco ha rovinato il calcio italiano, tutti pensavano che quello fosse l’unico modo per giocare bene.” L’ex allenatore ha criticato l’adozione di un gioco caratterizzato da passaggi orizzontali, definendolo “una tale noia che ha allontanato tanti tifosi dal calcio, che ora guardano gli highlights: perché guardare 90 minuti di passaggi orizzontali?”
Capello ha concluso la sua riflessione con un messaggio di speranza, affermando che il calcio sta finalmente cambiando: “Per fortuna ora il calcio sta cambiando, anche la Spagna ha cambiato le cose vincendo l’ultimo Europeo giocando con più velocità.” Questo segnale di evoluzione nel gioco potrebbe rappresentare un ritorno a stili di gioco più dinamici e coinvolgenti, in grado di riavvicinare i tifosi al calcio, al di là delle influenze di un singolo allenatore.