“Chiarimenti circa l’abolizione dell’Alta Corte per la Regione Siciliana”: interrogazione di Figuccia.

Prima della sua soppressione, l’Alta Corte per la Regione Siciliana è stata un Organo di natura costituzionale – scrive il parlamentare – prevista nello Statuto Speciale Siciliano, istituito con il regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, convertito nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2.
Le sue attribuzioni consistevano nel controllo di legittimità costituzionale delle leggi approvate dall’Assemblea Regionale Siciliana nel controllo di compatibilità delle
leggi e dei regolamenti dello Stato rispetto allo Statuto Speciale della Regione Siciliana e limitatamente alla loro efficacia nel territorio siciliano, nonché nel giudizio penale nei confronti del presidente e degli assessori siciliani per i reati compiuti nell’esercizio delle loro funzioni (artt. 25 e 26 Statuto Sicilia).
Era composta da otto giudici. L’articolo 24 dello Statuto infatti stabiliva la composizione della Corte. I giudici della Corte, sei membri oltre al presidente e al procuratore generale, (più due supplenti), dovevano essere nominati in egual numero dall’Assemblea regionale siciliana e dal Parlamento italiano (comma 1). Il presidente e il procuratore generale invece dovevano essere nominati dalla Corte stessa (comma 2). Per l’Alta corte era stabilita la sede di Roma (comma 1) e si prevedeva una ripartizione degli oneri per il mantenimento della Corte in egual misura tra Stato e regione (comma 3).
Gli articoli successivi stabilivano le modalità con cui le leggi dovevano essere impugnate davanti all’Alta corte. Le relative norme sono peraltro ancora applicabili nel contenzioso tra Stato e Regione siciliana davanti alla Corte costituzionale.
Tra i giudici che fecero parte dell’Alta corte, furono di rilievo le figure di Luigi Sturzo, Aldo Sandulli, Andrea Finocchiaro Aprile, Gaspare Ambrosini, Tomaso Perassi, Giovanni Selvaggi ed Augusto Ortona.

“Ci auspichiamo – afferma il Presidente pro-tempore del M.I.A.S. Umberto Mendola – che questo percorso che il MIAS ha iniziato con il deputato Figuccia possa portare a dei risultati concreti e all’aggegazione di altre forze politiche che vogliano la piena attuazione dello Statuto Speciale Autonomo Siciliano.

Per questo – prosegue – a giorni il M.I.A.S. unitamente ad un’altra forza politica, chiederà spegazioni per iscritto a Musumeci ed al Parlamento Siciliano sulla mancata attuazione dello Statuto”.
Da circa un anno ho chiesto l’applicazione dello statuto speciale e x risposta ho avuto futili risposte evasive che dicevano: Non dipende da noi.!? Aspettiamo risposte dal governo centrale e non ha nessuna risposta.!!! Mi chiedo: A che serve uno statuto speciale quando un presidente di una regione a statuto speciale non è capace di farlo applicare???