Chromoterapia: la storia della fotografia attraverso i colori

La mostra “Chromotherapia. La fotografia a colori che rende felici” si svolgerà all’Accademia di Francia a Roma dal 28 febbraio al 9 giugno 2025. Questo evento espositivo promette di catturare l’attenzione dei visitatori con una selezione di opere che spaziano tra il pop, il glamour e il surrealismo, in un contesto di forte impatto visivo. Curata da Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé, la mostra raccoglie circa trecento lavori di venti artisti che hanno influenzato la storia della comunicazione visiva.

Un viaggio attraverso i colori

La mostra si articola in sette sezioni all’interno delle sale e lungo lo scalone di Villa Medici, creando un percorso che esplora l’uso del colore come forma di terapia. Tra i pezzi più significativi, si trovano le immagini iconiche di Harold Edgerton, che ha immortalato una pallottola che perfora una mela rossa, e i lavori del fotografo William Wegman, noto per i suoi cani vestiti in tenuta da sci. Ogni sezione si distingue per la sua unicità, offrendo un mix di provocazioni e stili che si intrecciano in un’esperienza visiva coinvolgente.

Stourdzé ha sottolineato il ruolo centrale di Cattelan nella concezione della mostra, evidenziando come l’idea sia emersa oltre un anno fa, in seguito a una collaborazione precedente per un’altra esposizione dedicata a Martin Parr. Il magazine Toiletpaper, creato da Cattelan e Pierpaolo Ferrari, funge da filo conduttore per l’intero percorso, offrendo una nuova interpretazione della fotografia a colori nel corso di un secolo.

Artisti e sezioni tematiche

Il percorso espositivo si apre con Early Birds, dove spiccano i lavori di Erwin Blumenfeld e le fotografie innovative di Edgerton, che ha rivoluzionato la cattura del movimento con il suo flash stroboscopico. La sezione Piovono cani e gatti si distingue per il suo approccio ironico, con Stourdzé che evidenzia come il 15% delle immagini condivise online riguardano questi animali. La sezione Femme fatale mette a confronto le interpretazioni femminili di Hiro, Bourdin e del duo Toiletpaper, mentre Stranger Things offre uno sguardo sulla fotografia predigitale di Sandy Skoklund, anticipando le potenzialità del colore.

L’esposizione include anche opere di Arnold Odermatt, che documenta incidenti stradali attraverso fotografie artistiche dei fari fusi delle auto. La sezione Foodorama esplora il tema del cibo veloce e della bulimia alimentare, mentre Make a Face chiude il percorso con ritratti colorati di Ouka Leele e modelli di Hassan Hajjaj, immersi in un ambiente cromatico vivace e caratterizzato da elementi di kitsch.

La mostra “Chromotherapia” offre quindi un’opportunità unica di esplorare il potere del colore nella fotografia, presentando opere che sfidano le convenzioni e stimolano la riflessione sui temi contemporanei.

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Luigi Cattano