COFFA SICILIANA, la Sicilia a braccetto.

13 novembre 2022 – di Monica Tomasello

Lungi dall’essere un accessorio con funzione prettamente estetica, come è oggi, la coffa siciliana nasce come oggetto utilissimo della tradizione contadina. Era, infatti, la sporta per il cibo dei contadini e degli animali. La si riempiva di paglia o di fieno, quindi la si legava al collo dell’asino o del cavallo.

Chiamata anche “cuffinu”, a seconda della forma o anche dell’area geografica della Sicilia, non si può semplicemente definire borsa. Si tratta, infatti, di un pregevole manufatto, una creazione della sapienza artigiana che ha reso, e continua a rendere, grande la nostra Isola.

Per la sua realizzazione servono le foglie tenere della palma nana, pianta tipica della vegetazione mediterranea, detta anche “troffa di curina” o “giummara”. Le sue foglie più dure si utilizzano per creare scope di varie dimensioni e consistenza, perfette per gli usi domestici. Quelle più tenere, invece, sono destinate alle abili mani degli artigiani, che le essiccano e le utilizzano per creare le coffe siciliane, ma non solo. La “curina”, cioè la foglia essiccata, è perfetta infatti anche per creare corde e canestri, piccoli e leggeri, per la tavola. Il nome “curina” deriva dalla forma affusolata.

la coffa adoperata come borsa da spiaggia.

La tradizione della coffa è diventata design da quando stilisti come Dolce & Gabbana l’hanno arricchita sempre più e, portandola in passerella, l’hanno fatta diventare un accessorio irrinunciabile per  la moda femminile.

Anche le forme delle coffe sono via via cambiate, per quanto quelle più fedeli alla tradizione mantengono i classici manici.

Certo è che, nei decenni, questa semplice invenzione contadina, che ha trovato spazio anche in citazioni letterarie, da Giovanni Verga, nella sua novella “Mastro Don Gesualdo”, a Gesualdo Bufalino, ad Andrea Camilleri, ha varcato i confini e superato gli oceani diventando simbolo di eleganza e ricercatezza.

 

Le caratteristiche decorazioni

Ciò che rende unica e speciale la coffa, oltre alla sua artigianalità data dalla lavorazione delle foglie della palma nana, sono le sue caratteristiche decorazioni. Specchietti, pizzi, nastrini, campanelli e ogni tipo di stoffe ornano i cesti, insieme a pietre preziose, ricami, piccole ceramiche, nappe, ricami, coccarde e passamanerie che richiamano le decorazioni dei tipici carretti siciliani. Più barocca è la coffa e meglio è!

Dietro ogni decorazione, dietro ogni disegno, dietro ogni pizzo ed ogni pon pon c’è però una precisa ragione. Scopriamone alcune.

La Trinacria. Lo stemma della Sicilia, raffigurata nella bandiera Giallo-Rosso siciliana è lo stemma che meglio rappresenta la Sicilia, ma cosa significa? Al centro abbiamo la testa della gorgone, le tre sorelle che nella mitologia greca rappresentavano le perversioni, Steno, Eurale e la più famosa Medusa, circondano la testa delle spighe di grano rappresentanti la fertilità della regione e tre gambe piegate a simboleggiare i tre promontori dell’Isola: capo Passero, capo Lilibeo e capo Peloro.

Il moro. Altro simbolo che ha reso famosa la Sicilia nel mondo è la testa di moro la cui leggenda tutti ormai conosciamo. La storia narra di una donna siciliana sedotta e in seguito abbandonata da un soldato moro che decise di vendicare il suo onore uccidendo il suo amato, decapitandolo e facendo della sua testa un vaso dentro cui il basilico crebbe così rigoglioso da generare l’invidia delle altre donne che, ignare della vera origine del vaso, ne vollero uno tutto per loro.

I mascheroni. Volti urlanti o stravolti dalle risa, leoni ruggenti e putti sono tra i tratti distintivi del Barocco siciliano e si possono ammirare nei portoni e nelle facciate di tanti centri storici siciliani come quello, ad esempio, della Val di Noto. Posti a protezione delle case e come semplice scelta decorativa rappresentano cosa è stato il Barocco per la Sicilia devastata dal terribile terremoto, una nuova veste grazie alla quale risorge dalla distruzione e rende arte e teatro ogni angolo della città.

Aisha. La Sicilia, si sa, è stata sotto il dominio di diverse potenze straniere, dai Greci fino ai Normanni ogni popolo ha lasciato un impronta nella storia e nella cultura siciliana e chi più di tutti se non gli Arabi? Ci hanno donato molto, dai muretti a secco alla Coffa stessa e per rappresentare la Sicilia non poteva mancare anche la donna Araba, Aisha.

Ogni decorazione posta sulla coffa non è, dunque, soltanto un semplice ornamento, ma anche un simbolo; che sia l’identità stessa di un popolo, che sia la forza di rialzarsi anche dalle più terribili tragedie o di trarre il meglio da ogni opportunità, la Coffa rappresenta anche questo.

(Fonti: coffarte.com, baglioridisicilia.com, Balarm.it, siciliafan.it)

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