Cristiano Ronaldo annulla la trasferta in Iran per il rischio di 100 frustate

Cristiano Ronaldo ha preso una decisione inaspettata, rinunciando alla trasferta in Iran per la partita di Champions League asiatica che l’Al Nassr, guidato dall’allenatore Stefano Pioli, disputerà contro l’Esteghlal. La scelta del fuoriclasse portoghese sembra essere influenzata da eventi passati che lo hanno visto coinvolto durante un’altra visita a Teheran, nel novembre 2023, quando la sua squadra affrontò il Persepolis.

Il viaggio a Teheran

Durante quel viaggio, i tifosi del club saudita si erano accalcati fuori dall’hotel per tentare di avvicinarsi a Ronaldo, sperando di ottenere un selfie o un autografo. Nonostante la folla, il giocatore si era fermato per un gesto di gentilezza nei confronti di Fatemeh Hammami Nasrabadi, un’artista disabile nota per le sue opere realizzate con i piedi. Tuttavia, il suo gesto di affetto, che ha incluso un abbraccio e un bacio sulla fronte, ha sollevato preoccupazioni legate alle rigide leggi iraniane. Infatti, tali atti sono considerati adulterio e potrebbero comportare una pena di cento frustate.

Richiesta di spostamento della partita

Con l’avvicinarsi della partita contro l’Esteghlal, il ricordo di quell’incidente è riemerso sui social media, portando l’Al Nassr a contattare il club iraniano per richiedere lo spostamento della partita in un campo neutro. La richiesta è stata però respinta, sebbene le autorità iraniane abbiano garantito che sarebbero state adottate misure per garantire un soggiorno sicuro e piacevole sia per la squadra che per Ronaldo. Nonostante queste rassicurazioni, il calciatore ha preferito non correre rischi, decidendo di rimanere a casa e non figurare tra i convocati per il match.

Le complessità della situazione

La situazione ha suscitato un acceso dibattito, evidenziando le complessità che i calciatori possono affrontare quando si trovano a competere in paesi con normative culturali e legali così diverse. La decisione di Ronaldo di non partecipare alla trasferta in Iran mette in luce le sfide che anche i più grandi atleti devono affrontare al di fuori del campo da gioco.

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Antonio Rettore