Crollo palazzina via Castromarino a Catania, la storia infinita…, sfollati annunciano ennesima denuncia
28 settembre 2022 – Redazione – (a cura di Monica Tomasello)
CATANIA – Gli abitanti di via Castromarino e via Plebiscito di Catania, vittime del disastro del 20 gennaio 2020, anche dietro l’autorizzazione del pm di Catania, Andrea Norzi, sarebbero dovuti entrare ieri 27 settembre alle ore 16 per verificare lo stato dei loro appartamenti con l’ausilio delle forze dell’ordine, dei vigili urbani e della Protezione civile del Comune di Catania, per controllare che gli appartamenti non fossero a rischio per la loro incolumità personale e per accertare che i lavori eseguiti dalla CMC nella scala condominiale non avessero arrecato danni agli immobili.
Alle ore 16 di ieri erano puntualmente presenti sui luoghi diversi uomini dei vigili del fuoco, con i loro Capi Squadra, i proprietari degli appartamenti con il loro difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, assistito dagli avvocati Grazia Coco, Patrizia Mirabella, Giovanni Lombardo e Angela Tizza, i quali hanno atteso invano sino alle 17,20 (un’ora e venti minuti) che intervenisse il tecnico del Comune di Catania.
Quest’ultimo quando è arrivato sui luoghi ha riferito, alla presenza dei vigili del fuoco, di non conoscere lo stato della vicenda per cui non era in grado di fornire informazioni di alcun tipo.
Gli sfollati assai amareggiati della situazione per l’ennesima volta hanno dovuto abbandonare i luoghi senza potere accedere alle proprie abitazioni, stante che i vigili del fuoco presenti hanno sconsigliato vivamente di entrare senza la presenza della Protezione civile che garantisse che gli appartamenti fossero perfettamente agibili. Nessun per la CMC è intervenuto.
I disastrati e sfollati da due anni e otto mesi, manifestando la loro più totale disperazione, hanno preannunziato per i prossimi giorni l’ennesima denuncia che sono costretti a fare.
IL COMUNICATO DEL CIRCOLO CATANESE “G. DE FELICE GIUFFIDA”
MOVIMENTO POPOLARE CATANESE
Questo succede a Catania, …. il Tecnico comunale NON SA NIENTE SULLO STATO DEI LAVORI su un immobile disastrato per il quale quasi quotidianamente ne parlano i quotidiani.
Che il Tecnico comunale affermi una cosa simile è inammissibile. Il responsabile di un Ufficio delicatissimo qual è quello tecnico dell’Ente comunale che non sappia cosa succede e non sappia, inoltre, i servizi che il SUO UFFICIO svolga a riguardo È GRAVISSIMO!!! Il Tecnico comunale è il responsabile di tale Servizi e se ha dichiarato ciò che ha dichiarata indubbiamente innanzi a più persone qualificate è di una tale imperita gravità che la Procura non può non prenderne atto e assumere i conseguenti provvedimenti circa la incapacità e sprovvedutezza di questo signore sul continuare o meno a condurre il delicatissimo Ufficio “chiave” cui è il dirigente.
La riflessione ‘a voce alta’ della professoressa Oriana Pappalardo
Già il 18 agosto veniva diffusa dai media la riflessione a voce alta della professoressa Oriana Pappalardo, portavoce delle 8 famiglie di via Castromarino-via Plebiscito rimaste escluse dal risarcimento. (Fonte: SicraPress)
“Perché non avete aiutato i nostri figli?
Scorrevo distrattamente sul mio cellulare le pagine di un noto social, quando mi capita un post, scritto da una certa Manuela sulla pagina Quelli del Ponte Morandi. Con angoscia ancora viva dopo 4 anni, questa giovane donna riviveva in quattro righe l’incubo che noi famiglie sfollate di via Castromarino di Catania conosciamo bene: perdere nel giro di pochi secondi tutto ciò che si possiede, soprattutto ricordi, vita vissuta e vita serena e da quel momento avere la certezza che nulla sarebbe stato mai più come prima.
Nelle celebrazioni di questi giorni, si parla delle 43 vittime, anime innocenti tornate al Padre troppo presto, a causa dell’incuria e della corruzione tutta made in Italy.
Noi di via Castromarino non siamo morti, è vero, lo siamo ufficiosamente però, perché mentre gli sfollati del Ponte Morandi ebbero subito da tutta Italia, ma in primis dal proprio sindaco e da tutta l’amministrazione comunale di Genova, aiuto e sostegno economico e morale, noi siamo stati gli sfollati scomodi, quelli da ignorare, quelli che è meglio vedere abbattere il palazzo delle poste, invece di presentarsi davanti ai nostri figli e avere il coraggio di aiutarli.
Gli sfollati del ponte genovese sono stati adeguatamente risarciti nel 2020, dopo solo due anni, ovviamente nessuna cifra potrà mai curare lo shock subito, ma almeno è stata data loro la speranza tutta umana di ricominciare.
E invece a noi otto famiglie tutto ciò continua ad essere negato, poiché siamo rimaste escluse dal risarcimento di CMC Ravenna, non sappiamo nemmeno le condizioni delle nostre case, che cosa i ladri ci abbiano ancora lasciato, perché da sette mesi non possiamo nemmeno entrarci per controllare.
Qualcuno si riempie le fauci inneggiando ad una rapida agibilità e una rapida restituzione degli appartamenti, ma come saranno ridotti? Che tipo di lavori hanno svolto e soprattutto, senza nessuno di noi a vigilare, senza aver visto né progetto né lavori, come li avranno svolti? Quante migliaia di euro dovremmo spendere per renderle abitabili?
Il danno e la beffa quindi e soprattutto se già una voragine si è creata una volta, il terreno è solido o dopo qualche anno verranno giù definitivamente e stavolta ci scapperanno i morti?
In zona Vulcania tutte le case sotto cui passa la metro da qualche anno hanno vistose crepe e cedimenti, immaginate che cosa possa succedere in un territorio già noto ai geologi come fragile e complesso.
Siamo dunque vivi e continueremo a cercare giustizia, lo dobbiamo a Chi ha voluto che restassimo ancora qui su questa Terra e lo faremo grazie al supporto onnipresente del nostro legale l’avvocato Giuseppe Lipera.
Cmc Ravenna ha proposto al GIP per già due volte di scendere ad un compromesso adeguato con noi, non sta accadendo e il 23 dicembre si avvicina.
Prof. ssa Oriana Pappalardo
La dichiarazione del dott. Riccardo Tomasello: “nessuna voce resterà inascoltata!”
Nessuna voce resterà inascoltata.
Con gli abitanti di Via Castromarino: famiglie deluse, amareggiate, abbandonate. Cittadini mortificati dall’indifferenza, non hanno più una casa e devono affrontare estenuanti azioni legali. Rappresenteró con tutte le mie forze le loro istanze, per una soluzione decorosa e perché fatti così gravi non accadano più!
Fonte:?
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