La lupa di mare, quella nebbia fittissima tipica della costa ionica

La lupa di mare
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C’è un’espressione nel gergo dialettale dei paesi ionici che si usa solitamente per descrivere una tragedia e quindi qualcosa che fa paura per quanto è grande e misteriosa: “è na’ lup’e mar”, ovvero “è una lupa di mare”.

Ma cos’è la “lupa di mare”?

In particolari condizioni atmosferiche, nello Stretto di Messina, ed in generale lungo tutta la costa ionica, soprattutto nel periodo primaverile, appare a volte una nebbia che produce di colpo una drastica riduzione della visibilità, molto pericolosa soprattutto per la navigazione marittima.

Questa particolare nebbia, detta “lupa di mare”, è determinata dallo scorrimento di masse d’aria calda sulla superficie marina molto più fredda, la quale genera vapore acqueo che si satura e si condensa in strati di nubi bianche, alte tra 100 e 200 metri, che dal mare si spingono fino alla fascia costiera.

Nella maggior parte dei casi la nebbia insorge nelle ore notturne e al primo mattino, per poi cominciare a dissiparsi a partire dalla tarda mattinata, non appena il sole, con il riscaldamento dell’aria, rompe lo strato d’inversione termica che l’ha alimentata.

Sono stati diversi gli autori e gli studiosi che hanno cercato di dare una spiegazione alla scelta del termine “lupa” per indicare il fenomeno.

Fra le tesi più attendibili c’è quella che vuole che il nome “lupa” derivi dal suono, simile a un ululato, emesso dalle imbarcazioni per segnalare la propria posizione in mare in caso di nebbia.

Anticamente tale caratteristico suono veniva emesso dai marinai mediante l’utilizzo di una conchiglia marina chiamata “brogna”. Il suono infatti era assimilabile a quello di un ululato potentissimo. Tale antico suono di segnalazione venne poi riprodotto meccanicamente dalle navi anche in epoca moderna.

Alcune persone hanno ripreso il fenomeno della lupa di mare a Taormina. Immaginate cosa possa significare, per una qualsiasi imbarcazione, ritrovarsi in quel mare di nebbia fittissima…

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