Lettera in redazione: “Preghiera” delle mamme italiane al Generale Figliuolo

Riceviamo e condividiamo, per la rubrica “Dite la Vostra”, questa lettera giuntaci in redazione.
Più di un accorato appello, è una vera e propria “preghiera” rivolta da un gruppo di mamme italiane al generale Figliuolo.

“Questa volta, carissima e preziosa amica, ci rivolgiamo a Te non solo in qualità di giornalista d’inchiesta, ma come cristiani che s’appellano al favorevole appoggio di Claudia Procula presso il marito Ponzio Pilato, procuratore romano in Giudea a cui chiese il rilascio di Gesù. Come sai, Pilato Pilato lo negò, ma in Helvetia, durante gli anni della vecchiaia, per questo diniego si suicidò.

Ti riporto la storia che le mie parole non saprebbero spiegare:

-Anni dopo, quando Pilato – ormai invecchiato – era stato da tempo richiamato dalla Giudea, il colpevole di un incendio nel povero quartiere di Roma fu ricercato e trovato negli innocenti nazareni romani . L’imperatore affida a Pilato l’arresto dei nazareni. Pilato, che non era personalmente presente al momento degli arresti, è rimasto scioccato nell’apprendere che la sua amata moglie era tra i prigionieri. Claudia aveva partecipato più volte alle adunanze nazarene, ma aveva evitato il battesimo. Pertanto, era considerata una sospetta dai nazareni perseguitati. Il giorno della sua cattura, era tornata dai nazareni, si era opposta senza paura ai legionari che ridevano ed era stata arrestata insieme ai cristiani. Si diceva che uno schiavo di Pilato avesse tradito Claudia come nazarena. Quando Claudia e i nazareni devono mettersi davanti ai leoni nel circo, l’imperatore si diletta nell’orrore di Pilato. Claudia riceve il battesimo di sangue -. – https://deit.abcdef.wiki/wiki/Die_Frau_des_Pilatus

Monica cara, sorella di sangue, perdonaci nel prenderci queste libertà, nel tuo lavoro e tra le righe della tua lotta. Non sappiamo però far arrivare questa preghiera al destinatario. Aiutaci. Ti restiamo grati e fedeli nell’unione che accomuna l’Italia terra unica senza i confini della discriminante separazione.

Grazie! Davvero grazie!”

Preghiera a Paolo Francesco Figliuolo, generale onorevole e fedele dell’esercito italiano.

Essere Alpini oggi …. vuol dire essere portatori di valori quali il sacrificio, la tenacia, la solidarietà, l’amore verso l’altro.

(da: Famiglia Cristiana, intervista, 2011)

Questo hai detto generale, e perdona il Tu. Lo faccio con tutto il rispetto dovuto a un padre di famiglia, come Gesù in dopo il tradimento in quel degli ulivi della Pace, gridò crocifisso, “EFFATA’, (PADRE) perché mi hai abbandonato”

Oggi, come allora, come tanti di quella maggioranza di allora, Ti chiedo Francesco Paolo Figliuolo -E se quell’Uomo fosse davvero chi diceva di essere? E se, con mani già unte di sangue, avessimo davvero crocifisso il figlio di Dio? –

Figlio di Dio e nostro fratello. Suoi fratelli, cioè figli di Dio oggi crocifissi e trafitti non dalla punta di una lancia, ma dalla siringa avvelenata.

Non un fariseo o uno scriba levarono la voce in difesa. Erano i capi e rappresentavano l’ignara e manipolata maggioranza. I pochi, che erano tanti, ma per lo più ignoti e nascosti, ne raccolsero pietosi il sacro corpo GRATI AI SOLDATI per non avergli spezzato le gambe come ordinato da Pilato. Gesù risorto, raccolse nello Spirito gli affrancati fratelli che divennero tanti quanti ne può contenere la terra. E la VERITA’ FU LUCE e VITTORIA sulla grande menzogna guidando, da allora, il mondo umano verso la liberazione da ogni schiavitù.

Come Te, generale, nelle tue missioni durante le quali “sacrificio, tenacia, solidarietà e amore verso l’altro” erano vessillo, dogma, fede, coraggio e vittoria! Come … – negli 11 mesi di Comando KFOR XIX hai sempre agito nel rispetto del mandato e della risoluzione 1244 delle Nazioni Unite, assicurando un ambiente sicuro e stabile e la libertà di movimento per tutti i Kosovari senza distinzione etnica e religiosa. – (Tua dichiarazione) E ancora:

Al centro del nostro sistema è sempre l’uomo. L’uomo con i suoi valori-. Questo hai detto e questo hai sempre osservato fedele al principio di Verità, Giustizia e Libertà. … Fin quando fosti chiamato da Pilato!

Non più la “missione” Ti si chiedeva. Non c’era una guerra contro il terrorismo: Non un popolo da affrancare e liberare. MA un popolo, il “TUO POPOLO”, generale Francesco Paolo Figliuolo, da sottomettere a Pilato. Il popolo italiano da processare perché liberi uomini, figli di Dio, da fustigare sulla pelle dei valori e dei diritti anche dei loro figli. Un popolo fiducioso, ma ingannato, da guidare verso il Golgota sotto il peso della stuprata croce falsamente salvifica di un farmaco che uccide. … Ti si chiedeva, con squallore patriottico, di insultare il valoroso e onorato decoro della divisa indossata finora con la dignità di un militare posto a difesa dei popoli oppressi e schiacciati dalla dittatura.

Non TU, generale l’offendesti questo Alto Onore. MA chi ti chiamò all’eccidio. Questo fu l’insulto più grave alla missione delle Armi italiane e alla Repubblica Italiana!

Dicesti, fra altro, –La montagna è una palestra di vita. Quando ho assunto il comando ho dato tre parole: addestramento, disciplina, alpinità. L’alpinità voleva racchiudere proprio questo – quando non siamo impegnati nei teatri esteri – l’addestramento nelle nostre valli, anche per riappropriarci del territorio.

Mio nonno era alpinista e in quel della difesa del nord-est italico. Mi raccontò d’essere diventato eroe perché alla frontiera appena liberata uccise fratelli giovani come lui chiamati anch’essi ad uccidere per conquistare la terra altrui, la nostra. -Non per eroismo patriottico, dunque, ma per non essere ucciso. E per paura, uccisi anch’io. Per questo colpevole dolo che mai mi abbandonò mi fu appuntata la medaglia al valore che ora mi chiedi, figliuolo mio. Non prenderla caro, perché lorda di sangue innocente. Tienila in vista sì, come me, per ricordarti che con le armi si conquista la libertà, ma la Pace si raggiunge con la fratellanza.- Questo mi disse mio nonno alpino, sopravvissuto: si chiamava Salvatore Andrisani, il padre di mio padre.

C’è ancora un pezzo di strada da fare ma siamo all’ultimo miglio” hai detto.

Generale, che l’ultimo miglio sia quello della salvezza. Della Liberazione. Perché al centro del sistema torni ad esserci l’Uomo. L’Uomo con i suoi valori e i suoi Inviolabili diritti costituzionali costati il sacrificio dei caduti per la libertà! Nell’Ultimo Miglio non spezzare, e non fare spezzare le gambe ai condannati moribondi giacché sacra è la vita quanto la libertà.

Per questo Ti offro la quotidiana preghiera per tutti quelli che muoiono adesso e nelle prossime 24 ore e ti chiedo che possano essere salvati.

Te lo chiedo non a nome, ma “con” le firme di tutte le mamme italiane.

Te lo chiedo, permetticelo, in nome di Tua Mamma, di Tua moglie Enza, dei Tuoi figli Salvatore e Federico.

Te lo chiedo in nome di Dio. In nome di un esercito che non vuole uccidere, ma salvare e salvarsi! Un esercito pronto a sacrificarsi con tenacia e fedeltà al Tuo fianco per la sacra disobbedienza a Pilato e, senz’armi ma con ONORE, combattere per riscattare schiavitù e dignità dello Stato di Diritto Del Popolo Italiano.

Che l’ultimo miglio, caro generale Francesco Paolo Figliuolo, liberi dalla colpa il disonore che ti fu inflitto con l’indegno incarico. Che sia il miglio verde. Il miglio che porti giustizia e pace. Perché non dal virus è da salvare l’Italia, ma dalla gramigna dell’odio e della violenza seminata da Pilato. Non dalla pandemia bisogna uscire nell’ultimo miglio, ma dalla schiavitù del tirannico e persecutore despota che ha invaso la nostra repubblica. Un generale sa cosa ha da fare nell’ultimo miglio:  

il pacifico e salvifico addestramento nelle nostre valli, anche per riappropriarci del territorio!

In Te fidiamo, generale. A Te ci affidiamo, nell’Ultimo Miglio! Affinché, come dicesti, “con tenacia, sacrificio e solidarietà”, si rispettino questa volta per sempre i Valori dell’Uomo tutelati della Costituzione dei nostri Padri che ne dettarono i diritti fondamentali nel Dogma Dell’amore Verso L’Altro. Proprio come ci insegni Tu, generale Francesco Paolo Figliuolo!

E come consiglia in un MESSAGGIO URGENTE E IMPORTANTE ALLE FORZE DELL’ORDINE ITALIANE, ALICIA ERAZO. Alto Commissario Internazionale dei Diritti Umani CIDHU per Europa Asia e Oceania. Risoluzione ONU 53144 e Art. 1316 della Convenzione Americana su i Diritti Umani.

Grazie, generale,
da tutte le mamme della Repubblica Italiana!

 

 

Condividi: