M. Bolognetti: “A proposito della Pravda Radicale e di purghe di regime”…
21 febbraio 2022 – di Maurizio Bolognetti
Maggio 2019, finisco in ospedale dopo oltre 73 giorni di sciopero della fame (alla fine saranno 93), assistito da un galantuomo quale il dr. Diodoro Colarusso, l’amico e compagno Marcello Pittella e il dr. Francesco De Cunto e il dr. Ponzo Marcello. Le mie analisi, in quel momento non promettevano nulla di buono e quell’impegno lo sconto ancora oggi, ma è un costo che ho pagato per onorare ciò in cui credo con ogni cellula del mio corpo. Ci finisco perché avevo ritenuto di dover difendere con tutte le forze e le energie disponibili, facendone oggetto di iniziativa politica a tutto tondo e non di mercanteggiamento, quel diritto alla conoscenza che è sinonimo di democrazia e la vita; sottolineo vita e non mera sopravvivenza di una Radio che ha tradito la sua ragione sociale e ha ritenuto di dovermi espellere dalle sue frequenze, sia in veste di corrispondente che di militante e dirigente storico della galassia fu radicale.
Che ci siano state pressioni interne ed esterne per me è una certezza; che ci siano stati opportunismi e convenienze idem, il non capire pure.
Dovevano condividere le mie posizioni? No, dovevano onorare il loro motto, morto e sepolto, e questo fermo restando che la linea editoriale, appunto, non è stata all’altezza di quel motto.
Sono arrivati al punto di negare ai loro ascoltatori la possibilità di poter sapere che stavo conducendo scioperi della fame. Mi hanno cancellato dalle loro rassegne stampa assurte a “stampa è regime”. La Radio di Marco Pannella ha cancellato la nonviolenza. Non hanno mandato in onda una, dico una, delle circa 80 interviste/conversazioni che ho realizzato, pur avendo una programmazione h24.
A partire da Luglio 2021, e dopo il tentativo pretestuoso di togliermi la firma da alcuni redazionali con motivazioni ridicole e contraddittorie del direttore di testata, hanno cancellato ogni mio intervento sulla vicenda Covid-19. Sono arrivati a cancellare sit-in e manifestazioni, disobbedienze civili e nonviolenza. A partire da un certo punto non hanno mandato in onda nulla delle cose che ho fatto, ritenute evidentemente poco in linea con la narrazione di regime su questa emergenza sanitaria e democratica. Lo hanno fatto in maniera metodica, oserei dire scientifica, sistematica, con un gioco di continue, meschine e vili provocazioni.
Qualcuno, senza pudore, dall’interno di quella redazione è arrivato ad affermare che “da quando non c’è Marco sono cambiate tante cose”. No, cari, c’è semplicemente stata una mutazione genetica; avete abdicato a una funzione, avete disonorato una storia e nei miei confronti vi siete comportati come nemmeno i peggiori stalinisti, assurgendo ad informazione di regime e nel regime. Tutto questo non riuscirete a cancellarlo con un tratto di penna e resterà come marchio di infamia, anche se avete amici potenti.
A futura memoria.
Maurizio Bolognetti, giornalista indipendente e segretario di Radicali Lucani