Della storica pista da bob inaugurata per i Giochi Olimpici del 1956, dedicata a Eugenio Monti, rimane ben poco, tranne le polemiche e la crescente urgenza di completare i lavori. La situazione si è ulteriormente complicata con l’emergere di atti di sabotaggio, mentre il piano alternativo prevede una gara a Salt Lake City.
La decisione di costruire un nuovo sliding centre nella conca di Cortina d’Ampezzo per le Olimpiadi invernali del 2026 è stata accolta con entusiasmo iniziale, ma ha subito incontrato una serie di difficoltà. Questo progetto, concepito per ospitare le gare di bob, slittino e skeleton, ha generato fin da subito un acceso dibattito, divenendo uno dei principali problemi per il comitato organizzatore. Le preoccupazioni riguardano l’impatto ambientale e i costi elevati, che si stimano tra i 60 e gli 80 milioni di euro, oltre ai dubbi sulle tempistiche di realizzazione.
La scelta di Cortina ha innescato polemiche politiche, con il Piemonte che ha cercato di rivendicare la sua pista a Cesana, già utilizzata durante le Olimpiadi di Torino del 2006, e il Veneto che ha insistito per la realizzazione a Cortina. I lavori per demolire la vecchia pista sono iniziati solo nel febbraio 2023, accompagnati da proteste e ricorsi al Tar da parte di gruppi ambientalisti.
Nel luglio 2023, un imprevisto ha bloccato il progetto: l’asta per la costruzione del nuovo tracciato è andata deserta. La mancanza di finanziamenti ha portato a considerare l’annullamento dell’intero progetto. In quel periodo, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha annunciato che il progetto sarebbe stato fermato durante una riunione del Cio. Sono state esplorate alternative, tra cui le piste di Cesana, St. Moritz in Svizzera e Innsbruck in Austria, entrambe pronte ad ospitare le gare.
A dicembre 2023, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha riaperto le discussioni su Cortina, presentando una proposta del Mit che prometteva di non gravare ulteriormente sulle finanze italiane. Con il bando di gara pubblicato dal Mit, del valore di quasi 82 milioni di euro, finalmente sono arrivate risposte. Il gruppo parmense Pizzarotti ha presentato un’offerta per realizzare un progetto semplificato, approvato da Simico, per contenere costi e tempi di costruzione. A inizio febbraio 2025, è stato firmato l’accordo per avviare i lavori.
I lavori sono proseguiti a un ritmo intenso, ma non senza tensioni. Il sindaco di Cortina ha ricevuto minacce e ci sono stati ricorsi al Tar per fermare i lavori, evidenziando un clima di conflitto. Il Cio ha effettuato sopralluoghi mensili per monitorare i progressi e ha fissato la pre-omologazione dell’impianto per marzo 2025. Nonostante i progressi, un recente atto di sabotaggio al cantiere ha dimostrato che la sfida contro il tempo è tutt’altro che conclusa.
La situazione attuale lascia intravedere un futuro incerto per le gare di bob a Cortina, con la pressione che continua a crescere e l’ombra della possibilità di dover competere all’estero, un’eventualità che nessuno desidera.