Terremoto a Catania e Siracusa oggi, scossa di magnitudo 4.2 al largo della costa
15 aprile 2022 – Redazione
Un terremoto di magnitudo 4.2 è stato registrato alle ore 3.34 nella zona di mare davanti alla costa tra Siracusa e Catania. Lo rende noto l’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i cui rilevamenti collocano l’ipocentro a 33 chilometri di profondità.
Al momento non si hanno notizie di danni a persone o cose, ma la scossa è stata avvertita nitidamente, stando a quanto riportato sui social: «Il terremoto ha svegliato tutti i catanesi»; «È stata una scossa forte, mi ha buttato già dal letto», hanno raccontato. Numerose le segnalazioni anche da Floridia, Carlentini, Modica, Avola, Ragusa, Caltagirone, Lentini e Melilli (con frasi sui social come «Hai Sentito il Terremoto»). Il terremoto è stato rilevato a 42 km da Siracusa, 52 km da Catania, 52 km da Acireale, 87 km da Reggio di Calabria, 92 km da Ragusa, 93 km da Modica, 97 km da Messina.
[DATI #RIVISTI] #terremoto ML 4.2 ore 03:34 IT del 15-04-2022, Costa Siracusana (Siracusa) Prof=33Km #INGV_30579191 https://t.co/YN4YGt7GSJ
— INGVterremoti (@INGVterremoti) April 15, 2022
Movimenti sismici anche alle Eolie
Le scosse hanno interessato anche le isole Eolie con movimenti sismici al largo di Alicudi, nelle isole Eolie. La scossa di magnitudo 2.3 è stata registrata alle ore 21:48 di ieri dai sismografi dell’Ingv. Diverse le scosse negli ultimi giorni, L’ipocentro eoliano è stato localizzato ad una profondità di 13 chilometri. La scossa non è stata avvertita dagli abitanti e non ha causato danni. Alicudi negli ultimi tempi è stata interessata da uno sciame sismico.
Un’area ad alta sismicità
La Sicilia è una delle regioni più sismiche d’Italia come frequenza e intensità dei terremoti. Nell’elenco sono compresi gli eventi sismici di magnitudo superiori al grado 5° della scala Scala Richter con epicentro registrato in territorio siciliano o nella vicina Calabria o nel bacino del Mediterraneo o causati dallo scorrimento della Placca africana che hanno interessato l’isola negli ultimi due millenni con rilevante impatto sui beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici, etnoantropologici e archeologici delle località interessate.Il terremoto del Belice del 15 gennaio 1968 causò effetti distruttivi nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani. Tra i 14 centri colpiti dal sisma vi furono paesi che rimasero fortemente danneggiati: Gibellina, Poggioreale, Salaparuta, Montevago. Altre cittadine che hanno subito danni ingenti: Menfi, Partanna, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Sciacca, Santa Ninfa, Salemi, Vita, Calatafimi, Santa Margherita di Belice.
Gli eventi sisimici più recenti
Il 6 ottobre 2018 una forte scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata a 1,9 km a sud di Santa Maria di Licodia (CT) ad una profondità di 9 km. L’evento sismico è stato avvertito anche nei comuni di Belpasso, Catania, Misterbianco, Biancavilla, Centuripe, Adrano e Paternò e nelle province di Messina, Enna e Siracusa. Diversi i danni registrati, tra cui il crollo di un pezzo di cornicione della biblioteca comunale a Santa Maria di Licodia, e, sempre in quella zona, il crollo di due case antiche disabitate. Danni con lesioni strutturali si sono verificate anche al municipio della città. Crollo di alcune case abbandonate e muretti nelle campagne. A Biancavilla alcuni danni si sono registrati invece nell’ospedale Maria Santissima dell’Addolorata, nella Basilica Collegiata, dove alcuni calcinacci delle navate centrali sono crollati, e nella chiesa di Santa Maria dell’Idria, dove si sono verificati danni alla sagrestia. Danni anche a due scuole. Anche a Paternò si verificarono diversi danni in due scuole. Tanta paura e agitazione tra i residenti dei comuni colpiti. Circa 40 persone sono state trasportate all’ospedale, alcune per ferite non gravi, mentre altre per attacchi di panico dovuti allo spavento preso per la scossa. Nessuna vittima accertata. Il 28 dicembre 2018 una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.8 è avvenuta alle ore 3:19 a nord di Catania, a un chilometro di profondità, vicino Viagrande (Lavinaio), in un’area vulcanica interessata dalla nota «faglia di Fiandaca», già artefice del terremoto di Zafferana Etnea del 1984 di proporzioni rilevanti]23]. Vari crolli si sono verificati nei comuni di Santa Venerina, di Zafferana Etnea (le frazioni di Fleri e Pisano) e di Aci Sant’Antonio, coinvolgendo chiese, muri e abitazioni private. Diversi i feriti e sfollati: due anziani sono stati salvati dai vigili del fuoco tra le macerie delle loro abitazioni, uno di loro morirà in ospedale due settimane dopo l’evento. Altra scossa di magnitudo 4.3 si era già registrata nel giorno della vigilia di Natale, il o 24 dicembre, sempre in prossimità delle zone del vulcano, all’interno di uno sciame sismico che nei giorni 23/26 dicembreaveva prodotto un migliaio di scosse di origine vulcanica, contemporaneamente ad una forte esplosione sommitale sull’Etna sempre nella mattinata del 24 dicembre e seguita da una colonna di fumo, oltre che da una pioggia di cenere che è sopraggiunta perfino nell’aeroporto di Catania.
Articolo in aggiornamento…